Una volta, nell'industria automobilistica per qualità si intendeva il cosiddetto "fattore di igiene": il fattore fondamentale che motivava la soddisfazione dei consumatori. Tuttavia, oggi in tanti sostengono che la priorità sia un'altra: la sostenibilità.
Se si guarda all'evoluzione del settore negli ultimi 20 anni, è difficile non essere d'accordo. Gli OEM stanno stabilendo standard e obiettivi sempre più elevati in materia di sostenibilità. Fattori come l'utilizzo di materiali altoresistenziali, tra cui l'acciaio Docol® AHSS, per ridurre il peso dei componenti e aumentare l'efficienza del carburante sono all'ordine del giorno. Inoltre, i veicoli ibridi ed elettrici si sono affermati sul mercato e alcuni OEM stanno addirittura stabilendo ambiziosi obiettivi per eliminare del tutto le emissioni di CO
2 entro i prossimi trent'anni.
Se gli effetti di queste misure possono essere profondi, è importante ricordare una cosa. La sostenibilità sarà presto misurata per l'intero ciclo di vita di un veicolo e soluzioni appropriate diventeranno una necessità.
Come si giudica il livello di sostenibilità di un'auto?
Oggi, la sostenibilità di una vettura è giudicata solo in base alle emissioni dei gas di scarico, ma, come ci mostra il Life Cycle Assessment (LCA), c'è molto altro in ballo.
Se è vero che la fase utente di un veicolo contribuisce alla maggior parte delle emissioni, anche le fasi di produzione e riciclaggio hanno un effetto cruciale sui livelli di emissione di gas serra.
Quindi, cosa dovrà cambiare se si considera il CO2 emesso anche in queste fasi?
La risposta è valutare in modo più critico la catena di approvvigionamento quando si valutano i materiali e si scelgono quelli con l'impronta di carbonio più bassa, prodotti da fornitori che rispondono degli effetti sull'ambiente.

HYBRIT – per un acciaio senza fossili
SSAB vuole assumersi la responsabilità del suo contributo all'impronta di carbonio mondiale. Per farlo, abbiamo avviato un progetto unico per la produzione di acciaio senza fossili chiamato HYBRIT. Un progetto di collaborazione tra SSAB, LKAB e Vattenfall che ha l'obiettivo di trovare una soluzione per la produzione di acciaio senza fossili. In qualità di presidente e CEO di SSAB, Martin Lindqvist spiega:
"SSAB vuole contribuire alla soluzione ai cambiamenti climatici. La transizione verso la produzione di acciaio senza fossili è già iniziata e stiamo ora delineando la strada da percorrere. Riteniamo che questa sia la strada giusta, e creerà molte opportunità commerciali interessanti per la nostra azienda".
Attualmente, per ridurre il minerale ferroso in ferro si utilizzano carbone e coke: un processo che genera grandi volumi di anidride carbonica. L'idea alla base di HYBRIT è utilizzare l'idrogeno, che è stato prodotto con elettricità esente da fossili. Invece di CO
2, le emissioni saranno quindi sotto forma di semplice acqua. Svezia e Finlandia hanno un'opportunità unica: portare avanti un'iniziativa per l'acciaio senza fossili, contando su un buon accesso a energia elettrica intelligente e priva di combustibili fossili, a minerale ferroso con la qualità migliore che ci sia in Europa e a un'industria siderurgica specializzata e innovativa.
L'iniziativa ha avuto il via libera lo scorso inverno e da uno studio di fattibilità si passerà a un impianto pilota, che è attualmente in costruzione e dovrebbe essere pronto nel 2020.
"Iniziando a costruire l'impianto pilota, dove svilupperemo ed espanderemo la tecnologia per la produzione di acciaio senza fossili, stiamo facendo un importante passo avanti verso l'obiettivo di SSAB di abbandonare il fossile entro il 2045. Siamo orgogliosi di far parte di un importante e impegnativo cambiamento tecnologico che può contribuire alla risoluzione del problema climatico", afferma Lindqvist.
Per saperne di più sul progetto HYBRIT.